29 luglio 023

Sono al mare, la mia Tracer7 dorme tranquilla in garage proprio sotto di me, non sa ancora che stamattina toccherà a lei portarmi un po' in giro, prima che il caldo prenda il sopravvento.
Dopo una abbondante colazione poco prima delle 8 siamo in strada diretti a Casalborsetti, dove prendiamo la Romea e facciamo una breve sosta sul porto-canale a Portogaribaldi, dove numerose barche di pescatori sono alla fonda.


La Romea nel tratto percorso è affiancata da vegetazione rigogliosa, col traforato l'aria è quasi fredda e ancora non c'è traccia di vacanzieri, tanto che concedo qualche allungo al bicilindrico, sempre felice quando il ritmo aumenta.

Poi Comacchio, troppo presto per una seconda colazione al solito bar in zona Trepponti.


Vado alla ricerca di un bar-ristorante dove con Giovanna, tanti anni fa, eravamo soliti fermarci quando capitavamo in zona.
La strada termina, solo i ciclisti non hanno limitazioni, proprio nei pressi del luogo che cerco.


Dirigo poi verso sud costeggiando la Grande Valle di Comacchio, sembra un mare sulla mia sinistra, sulla destra un canale segue fedele il tracciato della strada fino a che, prima di Anita, salgo sull'argine sinistro del Reno (Po di Primaro), con il fiume sulla destra e la parte sud della Valle dall'altro lato.


Poi via verso il traghetto che mi porterà a Sant'Alberto e da qui a casa.


Una settantina di chilometri godendomi l'aria fresca del mattino, prima delle 10 sono a casa quando lo strumento scatta sui 27 gradi, alla partenza erano 24.
Il traforato della Clover e l'intimo della SixS, papalina sottocasco compresa, non mi fanno sentire assolutamente il caldo al di sotto dei 30 gradi specialmente in giornate con un grado di umidità ideale.